Opera, balletto e sinfonica: tre generi paralleli e appassionanti, che durante la stagione musicale 2018 del Teatro Carlo Felice hanno regalato vibranti emozioni e successi importanti, contribuendo a mantenere alta l’attenzione verso la richiesta cultural-creativa di un pubblico decisamente e positivamente molto più eterogeneo rispetto al passato.
In calendario, il mese di giugno parte con l’opera Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, sei recite di cui la prima il 29 maggio. A seguire il 14 giugno il Don Qixote di Ludwig Minkus, balletto della compagnia del Teatro di Belgrado con 5 spettacoli. Per quanto riguarda la sinfonica, il 22 è il mometo di Other worlds Music for the players, concerto dedicato ai videogiochi con un programma costruito su saghe fantasy, adventure e action game. Il 14 luglio alle 20.30 è da segnalare il balletto di Roberto Bolle and Friends, che l’anno scorso ha fatto il tutto esaurito e sicuramente anche in questa occasione sarà sold out.
Lucia di Lammermoor è un melodramma in tre parti di Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano e vede sul podio del Carlo Felice Andriy Yurkevych, con la regia di Lorenzo Mariani, le scene di Maurizio Balò, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Linus Fellbom. Un allestimento nuovo, in coproduzione con la Fondazione Teatro Carlo Felice, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao. Personaggi e interpreti principali primo e secondo cast: Lucia, Zuzana Marková – Elena Mosuc, Edgardo, Andrea Bocelli – Luciano Ganci, Enrico, Stefano Antonucci – Federico Longhi, Raimondo, Mariano Buccino – Alessio Cacciamani, Arturo, Marcello Nardis – Manuel Pierattelli, Alisa, Carlotta Vichi, Normanno, Didier Pie.
È la più famosa tra le opere serie del compositore bergamasco, la prima assoluta ebbe luogo con grande consenso al Real Teatro di San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835, tanto che lo stesso Donizetti autorizzò numerose variazioni per le esecuzioni in altri luoghi, allo scopo di venire incontro alle esigenze delle cantanti. Particolarmente rilevante è l’edizione creata per la prima rappresentazione francese, a Parigi in lingua, intitolata Lucie de Lammermoor, con numerose differenze rispetto alla versione italiana. Tratta da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott, la vicenda è ambientata nella Scozia del XVI secolo nel castello di Ravenswood.
Antefatto: La nobile famiglia Asthon, alla quale appartengono i fratelli Enrico e Lucia, ha usurpato i beni e il castello della famiglia Ravenswood, il cui unico erede è Edgardo. Lord Enrico Asthon ha deciso di far sposare sua sorella Lucia al nobile Arturo Bucklaw; la fanciulla si oppone, è profondamente innamorata in segreto di Sir Edgardo di Ravenswood, di casata ostile agli Asthon e odiato da Enrico.
Edgardo deve lasciare la Scozia e prima di partire vorrebbe chiedere ad Enrico la mano di Lucia. Ella lo dissuade, sa che il fratello non acconsentirebbe mai. I due innamorati si giurano amore eterno e suggellano la promessa con lo scambio degli anelli.
Nel primo atto Lord Asthon, per convincere Lucia a sposare Lord Arturo, ricorre all’inganno mostrandole una falsa lettera in cui Edgardo si dichiara innamorato di un’altra donna. Lucia, addolorata dal tradimento, si lascia convincere, quando sopraggiunge Edgardo, che credendosi a sua volta tradito in un impeto d’ira la maledice restituendole l’anello.
Enrico Asthon sfida a duello l’odiato Edgardo: i due si incontrano presso le tombe dei Ravenswood alla Torre di Wolferag. Intanto al castello giunge Raimondo che, interrompendo i festeggiamenti per il matrimonio di Lucia e Arturo annuncia la triste notizia: Lucia presa dalla pazzia ha appena ucciso il novello sposo! La giovane donna non è più in sé, vaneggia credendo di prepararsi alle nozze col suo amato Edgardo.
Durante il duello, Edgardo, incapace di vivere senza Lucia, pensa di farsi colpire a morte da Enrico. Alcuni passanti lo avvisano che Lucia è in fin di vita, impazzita dal dolore. Edgardo corre al castello, ma ormai è tardi: Lucia è morta e lui sconvolto si pugnala e muore a sua volta.
La regia di Lorenzo Mariani parte dal celebre quadro di Everett Millais, raffigurante Lucia che si sostiene al braccio di Edgardo: «Capisco dallo sguardo di lei – spiega il regista – un’anima che respira, dall’intimo, una trasparente bontà, ma troppo delicata e indifesa, pericolosamente pura, fino all’estremo».
Daniela Masella
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