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Il successo di Euroflora ai Parchi di Nervi

redazione

Un’esposizione su otto ettari di superficie per quasi 250.000 biglietti venduti ed un successo di pubblico

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Alla sua undicesima edizione e per la prima volta ai Parchi di Nervi e negli spazi storici dei Musei di Villa Gropallo, Villa Serra e Villa Grimaldi, si è svolta da sabato 21 aprile a domenica 6 maggio, Euroflora 2018.

Le produzioni e le realizzazioni di oltre duecentocinquanta tra florovivaisti, paesaggisti, maestri fioristi e decoratori floreali hanno trasformato il parco affacciato sul mare, in uno scrigno di tesori botanici e d’arte. 

L’edizione 2018 della kermesse che mancava a Genova dal 2011 è stata un successo di pubblico e alla chiusura del giornale ha sfiorato i 250.000 biglietti venduti.

L’esposizione floreale è stata realizzata da Genova Floralies, costituita da Fiera di Genova e Porto Antico, a tempi di record, grazie all’appoggio delle istituzioni, quali Comune di Genova, Regione Liguria e Camera di Commercio di Genova e con la collaborazione delle società partecipate del Comune di Genova, Aster, Amiu e Amt, dei 9 Municipi cittadini, in particolare del Municipio Levante e di tante realtà socioculturali attive sul territorio, che hanno contribuito a un coinvolgimento capillare della città e delle Riviere. 

Fondamentale è stato il ruolo delle associazioni di categoria del florovivaismo: Cia, Coldiretti e Confagricoltura e l’appoggio del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. 

La visita della rassegna ha offerto diversi molteplici livelli di lettura, frutto di un’analisi preventiva, in sede di progettazione che è stata condivisa anche con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici della Liguria.  

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Fondamentali i parchi che si affacciano sulla scogliera con l’esposizione di esemplari straordinari, come l’araucaria Bidwillii originaria dell’Australia di oltre venticinque metri di altezza. 

Poi i tre Musei: Raccolte Frugone, Galleria d’Arte Moderna e Wolfsoniana, ricchi di tesori artistici.

Gli spazi verdi si sono trasformati, grazie al lavoro di giardinieri, paesaggisti, allestitori ed artisti, per accogliere, in oltre otto ettari di superficie, fiori e piante originarie di ogni parte del mondo. 

Nei Musei e nei piccoli manufatti che si affacciano sul parco sono state ospitate composizioni floreali e preziose collezioni di Bonsai.  

Nella piccola cappella vicino alla Galleria d’Arte Moderna hanno trovato spazio le orchidee liguri; il “fienile”, allestito da Istituto Brignole, Museo Diocesano e Palazzo Reale, ha ospitato  incontri e laboratori e la mostra di foulard a tema floreale firmati dall’atelier sanremese Daphné di Barbara e Monica Borsotto. 

La creativa spettacolarità è stata garantita da sei grandi quadri che costellano il percorso di visita principale, quattro dei quali dedicati agli elementi naturali: fuoco, acqua, terra e aria. 

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Red Wave, il fuoco, con lunghe fiamme di margherite rosse che arrivano a lambire la sommità del grande prato, il Lago delle ninfee, l’acqua, che accoglie il riflesso del paesaggio e del cielo, le contaminazioni tra arte e natura di Germinazioni, la terra, pareti di verde verticale che accompagnano in una sequenza di quinte vegetali Capsica Red Light di Giuseppe Carta, installazione scultorea di venti peperoncini rossi in bronzo e resina policroma, e del Labirinto, l’aria, un percorso di 200 metri di lunghezza, alto 180 centimetri, dove lo sguardo del visitatore si alza verso il Bouquet de Coquelicots Suspendus ideato dal costruttore di aquiloni Alain Micquiaux.

In tutto sono state ben novanta le aree allestite dove la superficie più grande era quella della collettiva della Regione Liguria, la più piccola di Bread & Roses di Genova. 

Accanto a presenze storiche come il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Campania, il Mercato dei fiori di Pescia e ai Comuni di Genova, Roma e Sanremo, in primo piano alcuni dei nomi più celebri del florovivaismo italiano: quali i Vivai Porcellato, Giorgio Tesi Group, Castagno Vivai, Blu Garden, oltre ai più prestigiosi florovivaisti presenti all’interno della collettiva ANVE – Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori. 

Presenti alla manifestazione anche il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Gruppo Giardini Botanici d’Italia e l’Università di Genova. 

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Di valore naturalistico e didattico le presenze del Parco dell’Aveto e delle Miniere di Gambatesa, della Val Trebbia e Monte Antola; a promuovere il territorio ligure c’erano anche i Comuni di Camogli, Chiavari, Avegno, Borzonasca, Zoagli e i 25 Comuni liguri rappresentati da ANCI.

Tra le presenze straniere Taiwan con le orchidee di Joseph Wu, Stati Uniti d’America, Francia anche con le “gemelle” Floralies di Nantes, Spagna con significative realtà produttive e la città di Murcia. 

Un’aiuola è firmata dall’intero Corpo consolare di Genova, in rappresentanza di 56 Paesi. 

Su un’area di circa 2.500 metri quadri dedicata alla Liguria sono state posate oltre 40mila piante, mentre la cappelletta ha ospitato le composizioni di orchidee coltivate in Liguria. 

Ad accogliere i visitatori all’ingresso dello spazio espositivo sei ulivi secolari di varietà taggiasca, simbolo del territorio e dell’agricoltura ligure. 

Alla base di ogni ulivo, vasi di margherite bianche con nastri di fioriture colorate provenienti dalle coltivazioni autoctone, le profumatissime aromatiche in vaso, invenzione dei produttori dell’area albenganese, esportate in tutto il Nord Europa a partire dai primi anni 2000. 

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Nella Galleria d’Arte Moderna il visitatore ha potuto apprezzare le eccellenze della produzione regionale di fiore reciso: primi fra tutti i ranuncoli e gli anemoni, poi i papaveri, i girasoli e naturalmente garofani e rose produzione “storica” del vivaismo locale, fino alle fronde verdi e fiorite per le quali la Liguria si distingue a livello internazionale per l’altissima qualità. 

Il percorso terminava nel roseto, dove una serra storica è stata attrezzata per la coltivazione del basilico genovese DOP. 

Pechino 2019 è stato l’Ospite d’Onore di Euroflora 2018 con uno spazio importante che è stato posto vicino l’ingresso dlela manifestazione.

Davvero tanti gli eventi che si sono svolti durante la manifestazione floreale. 

All’aperto sul Belvedere di Villa Serra, nello Spazio Incontri Mare o nello spazio incontri Fienile, Euroflora ha presentato tutti i giorni un programma di eventi. 

La musica dei mandolini, il tango del Centro Buenos Aires, il ballo con le coreografie dell’ottocento della Compagnia Italiana Teatro e Danza; la serata, riservata ai Rotary, il 24 aprile, con i primi ballerini della Scala Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta. 

Suggestivi gli happening poetico-floreali di Claudio Pozzani e Livia Iannoni che è stata protagonista di “Danzando i fiori e la femminilità” dedicato a madre natura e la pace nel mondo,  

Ad Euroflora, com’è tradizione, sono stati decisi i vincitori dei 240 concorsi floreali, scelti da 30 giurie coordinate da Ettore Zauli e Giorgio Costa, formate da 90 esperti e 40 tra segretari di giuria e segretari di settore con il presidente delle Giurie d’onore Arturo Croci, esperto internazionale di florovivaismo.

Euroflora 2018 ai Parchi di Nervi

Euroflora, però, non è stata solo Nervi, ma ha coinvolto tutta la città che è stata vestita a festa: la fontana di Piazza De Ferrari con i colori di Euroflora, l’installazione dei coloratissimi ombrelli posti ‘a difesa’ delle strade del centro, le bandierine in Sopraelevata, totem, manifesti e stendardi ovunque e vetrine fiorite con il concorso Civ in fiore, promosso da Comune di Genova e Camera di Commercio.

Le EuroflorasWeeks hanno proposto un calendario “petaloso” di eventi coinvolgendo in modo accattivante genovesi, visitatori e turisti: la città è stata un continuo fermento con visite guidate e aperture straordinarie nei Musei e nei Palazzi dei Rolli, mostre a tema e concerti, manifestazioni e iniziative in ogni angolo. 

La festa ha superato anche i confini della città, con Bogliasco, Pieve, Sori, Recco, Avegno, Uscio, Camogli, Santa Margherita, Rapallo, Zoagli e Chiavari che hanno allestito aiuole a tema, coinvolgendo negozianti e artigiani del territorio con il concorso Città in fiore, promosso da Camera di Commercio e Città Metropolitana.

Un grande successo, quindi, a tal punto che le istituzioni hanno avanzato l’ipotesi di riproporre Euroflora ogni due anni.

Luca Bartesaghi

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Eventi

Liapull presenta le sue collezioni invernali

redazione

In occasione del Salone Nautico, Liapull presenta le collezioni invernali.

Su appuntamento 010 8681785.

Dal lunedì al venerdì: 09:00-13:00 / 14:30-18:30; sabato 09:00-13:00.

Liapull si trova in via Frà Vincenzo da Fiorenzuola 76, Genov

Internet: liapull.it

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Carlo Felice

Lucia di Lammermoor, Al Carlo Felice c’è Andrea Bocelli

redazione

Opera, balletto e sinfonica: tre generi paralleli e appassionanti, che durante la stagione musicale 2018 del Teatro Carlo Felice hanno regalato vibranti emozioni e successi importanti, contribuendo a mantenere alta l’attenzione verso la richiesta cultural-creativa di un pubblico decisamente e positivamente molto più eterogeneo rispetto al passato.

In calendario, il mese di giugno parte con l’opera Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, sei recite di cui la prima il 29 maggio. A seguire il 14 giugno il Don Qixote di Ludwig Minkus, balletto della compagnia del Teatro di Belgrado con 5 spettacoli. Per quanto riguarda la sinfonica, il 22 è il mometo di  Other worlds Music for the players, concerto dedicato ai videogiochi con un programma costruito su saghe fantasy, adventure e action game. Il 14 luglio alle 20.30 è da segnalare il balletto di Roberto Bolle and Friends, che l’anno scorso ha fatto il tutto esaurito e sicuramente anche in questa occasione sarà sold out.

Lucia di Lammermoor è un melodramma in tre parti di Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano e vede sul podio del Carlo Felice Andriy Yurkevych, con la regia di Lorenzo Mariani, le scene di Maurizio Balò, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Linus Fellbom. Un allestimento nuovo, in coproduzione con la Fondazione Teatro Carlo Felice, la Fondazione Teatro Comunale di Bologna e l’ABAO-OLBE di Bilbao. Personaggi e interpreti principali primo e secondo cast: Lucia,  Zuzana Marková – Elena Mosuc, Edgardo, Andrea Bocelli – Luciano Ganci, Enrico,  Stefano Antonucci – Federico Longhi, Raimondo, Mariano Buccino – Alessio Cacciamani, Arturo, Marcello Nardis – Manuel Pierattelli, Alisa, Carlotta Vichi, Normanno, Didier Pie. 

È la più famosa tra le opere serie del compositore bergamasco, la prima assoluta ebbe luogo con grande consenso al Real Teatro di San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835, tanto che lo stesso Donizetti autorizzò numerose variazioni per le esecuzioni in altri luoghi, allo scopo di venire incontro alle esigenze delle cantanti. Particolarmente rilevante è l’edizione creata per la prima rappresentazione francese, a Parigi in lingua, intitolata Lucie de Lammermoor, con numerose differenze rispetto alla versione italiana. Tratta da The Bride of Lammermoor (La sposa di Lammermoor) di Walter Scott, la vicenda è ambientata nella Scozia del XVI secolo nel castello di Ravenswood. 

Antefatto: La nobile famiglia Asthon, alla quale appartengono i fratelli Enrico e Lucia, ha usurpato i beni e il castello della famiglia Ravenswood, il cui unico erede è Edgardo. Lord Enrico Asthon ha deciso di far sposare sua sorella Lucia al nobile Arturo Bucklaw; la fanciulla si oppone, è profondamente innamorata in segreto di Sir Edgardo di Ravenswood, di casata ostile agli Asthon e odiato da Enrico.

Edgardo deve lasciare la Scozia e prima di partire vorrebbe chiedere ad Enrico la mano di Lucia. Ella lo dissuade, sa che il fratello non acconsentirebbe mai. I due innamorati si giurano amore eterno e suggellano la promessa con lo scambio degli anelli.

Nel primo atto Lord Asthon, per convincere Lucia a sposare Lord Arturo, ricorre all’inganno mostrandole una falsa lettera in cui Edgardo si dichiara innamorato di un’altra donna. Lucia, addolorata dal tradimento, si lascia convincere, quando sopraggiunge Edgardo, che credendosi a sua volta tradito in un impeto d’ira la maledice restituendole l’anello.

Enrico Asthon sfida a duello l’odiato Edgardo: i due si incontrano presso le tombe dei Ravenswood alla Torre di Wolferag. Intanto al castello giunge Raimondo che, interrompendo i festeggiamenti per il matrimonio di Lucia e Arturo annuncia la triste notizia: Lucia presa dalla pazzia ha appena ucciso il novello sposo! La giovane donna non è più in sé, vaneggia credendo di prepararsi alle nozze col suo amato Edgardo.

Durante il duello, Edgardo, incapace di vivere senza Lucia, pensa di farsi colpire a morte da Enrico. Alcuni passanti lo avvisano che Lucia è in fin di vita, impazzita dal dolore. Edgardo corre al castello, ma ormai è tardi: Lucia è morta e lui sconvolto si pugnala e muore a sua volta.

La regia di Lorenzo Mariani parte dal celebre quadro di Everett Millais, raffigurante Lucia che si sostiene al braccio di Edgardo: «Capisco dallo sguardo di lei – spiega il regista – un’anima che respira, dall’intimo, una trasparente bontà, ma troppo delicata e indifesa, pericolosamente pura, fino all’estremo».

Daniela Masella

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Copertina

Un gladiatore di nome Gianna

redazione

Reduce dal concerto di Genova, con tanto di infortunio, la rocker di Siena si racconta

Non la ferma nessuno. Irrequieta, stropicciata, cruda, irresistibile. Gianna Nannini è fatta così, piena di semplice schiettezza tutta toscana. E di tanto istinto. 

Prendete quanto accaduto all’RDS Fiumara di Genova, durante la tappa ligure della tournée di Fenomenale, ultima fatica della rocker senese, dedicata alla figlia Penelope. Una caduta accidentale dal palco, l’apprensione, un ginocchio gonfio come un melone e il ricovero precauzionale in ospedale. La sera successiva Gianna era a cantare a Montichiari, dinanzi a quattromila persone rapite dalla sua incredibile vitalità. «Cantare è andare sempre in cerca della luce, per uscire dal buio» ha affermato la Nannini. «Quando ti scontri con una dura realtà, una caduta, un infortunio, tocchi per un attimo il fondo e tutto sembra finito, poi si riprende la corsa, cammini a passi falcati su per le scale della vita che ti sei scelto, e sali e più sali più il tempo sembra non finire mai, ma sai che quella è la tua missione».

FIERA DI ESISTERE – Fenomenale Tour ha fatto riabbracciare Genova all’artista toscana. «Una città meravigliosa, che aggiungere? Chi ci mette piede per la prima volta crede che appartenga ad un altro mondo. Genova è piena di mistero, la gente ti cammina intorno e subito non te ne accorgi, ma quando ti conoscono e ti riconoscono sei uno di loro. Ho visto un pubblico pieno di passione, di affetto, di amore. Ecco perché amo questa città, ti regala amore a tonnellate, ti fa sentire una creatura fiera di esistere. Poi Genova è come me, indipendente e orgogliosa, dentro morbida e passionale e fuori una corazza inattaccabile».

Chi è mamma Gianna Nannini? «Una che non ha mai confuso il giorno con la notte e che otto anni fa, con la nascita di quella meravigliosa creatura che è mia figlia Penelope, dorme più di giorno che di notte!». Sorride compiaciuta. «Essere mamma alimenta i sogni, li aiuta a continuare, batteria alla mano ti senti di abbracciare la vita, di entrarne a fare parte dalla porta principale».

QUARANT’ANNI DA GIAN BURRASCA – A Gianna non è mai stato semplice farsi largo in un mondo solo all’apparenza dorato qual è quello della musica e dello spettacolo. Eppure da 40 anni la Nannini è la rocker italiana più amata in Francia e Germania, con oltre nove milioni di dischi venduti in carriera. «I giovani si sono identificati col mio carattere da Gian Burrasca, che di giorno riposa per far casino la notte. Che la musica ce l’hanno negli occhi, e che le canzoni le elevano come preghiere di fuga e dissenso dalla normalità. Vengono alla mente motivi come “Vieni ragazzo” o “Profumo”, dove si passano le gioie ai sogni, ubbidendo a quel richiamo che si chiama vita. Senza sogni non si va da nessuna parte, lo sapete?».

E tutta questa irrequietezza come si può spiegare? «Con la voglia di sentire più il cuore che il cervello, difficile sia il contrario quando sei una rockstar. Ma dietro a questo Gian Burrasca ci sono tanti lati di donna, vissuta a Siena come un fantino del Palio, sempre di corsa per dimostrare di sapertela cavare senza troppi giri».

UNIVERSO DONNA – In “Amore gigante”, ultimo disco prodotto e che costituisce parte fondamentale di Fenomenale Tour, Gianna Nannini ha messo al centro dell’attenzione la donna, i suoi desideri, e soprattutto le sue lotte per liberarsi dalle spire di una continua strumentalizzazione basata su indifferenza e brutalità. 

«La vera vergogna è provare vergogna, e forse per scoprire l’universo donna in tutta la sua forza e delicatezza la donna stessa dovrebbe avere una faccia come il c…

Vengono schiavizzate, usate, uccise le donne, ma nessuno che vede, nessuno che sa, nessuno che immagina. Escono quattro foto ed otto mele, per dirla come dicono da me a Fontebranda (il cuore della Contrada dell’Oca dove la Nannini è nata, ndr). Questo disco è la forza delle donne, lo ieri e l’oggi, è un inno all’amore incazzato: coloriamo ed inondiamo il mondo non solo di fiori ma di canzoni, il motto della tournée. Alzando la testa eviti di farti mettere sotto e i neuroni si irrorano di sangue».

 

E’ vero che non c’è più amore? «Questa è la più grossa bugia, è che l’amore è soffocato dai pregiudizi e dalle considerazioni affrettate. Allora perdi le briglie e non ti sai più governare, ti vince l’imbarazzo: la parola chiave è Libertà. Amare è lasciarsi andare, al massimo, senza freni. Le donne sono straordinarie nel lasciarsi andare, l’uomo in questo ha tanta, troppa paura».

L’amore più bello? «Sempre, come dice la mia canzone. Bello, bello e impossibile. Sentilo sogno, desideralo. E sarà fantastico». E ancora: «Vivo l’amore con fiducia totale, senza limiti o restrizioni. Nella mia vita ho amato uomini e donne, sono una pansessuale che crede nell’Amore gigante, il donarsi l’uno all’altro con trasporto di intenti. Dopo la nascita di Penelope l’ho abbracciata ancora più forte, questa convinzione, vado avanti vivendo come un vero gladiatore».

Eccola, Gianna Nannini. Se non ci fosse dovrebbero inventarla. Ma probabilmente sarebbe impossibile!

Di Leo Cotugno

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