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Massimo Ranieri, tra sogni e rivalse dei più deboli

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Il 9 ottobre al Politeama Genovese “Sogno e son desto 3”: «Il coraggio è il sale della vita e tutti possono sognare e raggiungere le mete più grandi»

Di Leo Cotugno

Reduce dallo straordinario successo di pubblico sul piccolo schermo con oltre tre milioni e mezzo di telespettatori per singola puntata, Massimo Ranieri torna, per così dire, al suo primo amore: quello del palcoscenico. Il tour italiano di “Sogno e son desto 3″, partito ovviamente dalla natia Napoli  dove ha concluso la prima serie di date  nel maggio 2016, raggiungerà Genova il prossimo 9 ottobre. Non si tratterà solo di un grande album della miriade di trasformazioni attraversate da uno fra i più amati cantanti italiani nel mondo, ma un vero e proprio viaggio a tema dedicato alla societùà degli ultimi, i disperati, «con dentro gli occhi lo sguardo della rivalsa».

Massimo Ranieri

Massimo Ranieri

L’omaggio a De Andre è Pino Daniele. Massimo Ranieri è un vero inno alla polivalenza artistica: 14 milioni di dischi venduti, oltre una quarantina di film alle spalle e da sette anni il teatro. «Sogna chi nella propria vita ha un ideale da perseguire. Sognare costa poco, se agli ideali si accompagna il coraggio e ad esso la perseveranza per raggiungerli e difenderli» sottolinea l’artista. «Ho scritto il soggetto teatrale assieme a Gualtiero Peirce avvalendomi di questa convinzione fissa. Viviamo nel mondo dei profitti e delle false alleanze, dell’intolleranza e della disperazione: eppure l’esercito degli ultimi ha un proprio condottiero eroico, la forza di volontà. A Napoli si dice che “chi nun tene ò coraggio nun se cocca co ‘e femmene belle”: questa è la Napoli che canterò nello spettacolo, una Napoli che vive nella sua tragicità oltre che della sua imparagonabile bellezza. Il napoletano osa, ma anche gli italiani di tutte le altre regioni devono imparare a farlo, dominando dissidi e paure».

Sogno e son desto 3 è anche un omaggio a due poeti che agli ultimi hanno dedicato l’intero arco di vita: da una parte Fabrizio De Andrè e dall’altra Pino Daniele. «Genova e Napoli hanno uno spirito vicino» spiega Ranieri. «Forse il capoluogo ligure e quello campano rappresentano due tra le poche città al mondo dove esiste ancora la plebe, un popolo che vive dei suoi riti, magie, superstizioni». Riaffiora il messaggio di «La Guerra di Piero» e «Napule è», la rabbia mal repressa di «Je so’ pazzo» e «La ballata del Michè».

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Il sogno è sempre, dicevano Pedro Calderon de la Barca e William Shakespeare. Massimo Ranieri ha ripreso il postulato, costruendovi attorno un one-man show dove si uniscono poesia, filosofia di vita, ricordi e canzoni. Tra i momenti più vivi dello spettacolo, gli omaggi in parallelo a De Andrè e Gino Paoli, «grandi cantori dei sogni degli ultimi. Per Paoli Genova è un luogo in cui fare rivivere attraverso la musica i suoi amori ed i suoi ricordi; per Faber, invece, la città ligure è un luogo da rimpiangere, in cui rinnovare la nostalgia – tipica del poeta sognatore – per un passato, l’antica lingua, le condivisioni dei più bassi della scala sociale».

Tra umorismo e canzoni . A «Sogno e son desto» è stato assegnato un compito molto delicato, nelle due precedenti edizioni teatrali e nelle tre televisive (si partirà a fine novembre): «guardare al mondo non con i panni del paladino intrepido o del capitano di ventura tutto virtù, ma con le visioni di chi ha sempre vissuto nell’ombra. Sognatore è chi non smette mai di sperare, pur magari avendone poche di speranze. Desto è chi invece ha la vita quotidiana al centro del rapporto con ogni tipo di persona, difficoltà, evento».

Chi sogna è anche capacissimo di riscoprire il lato umoristico della quotidianità stessa: un sorriso, del resto, ha sempre fatto bene ad occhi e cuore. Massimo Ranieri umorista lo ammireremo nella seconda parte del programma teatrale, con al centro il grande omaggio alla macchietta di Ciccio Formaggio interpretata dall’indimenticabile Nino Taranto. Al fianco del Ranieri istrionico, il lato più amato dell’artista partenopeo: il cantante. Accompagnato da un’orchestra di otto solisti – Max Rosati ed Andrea Pistilli alle chitarre acustiche, Flavio Mazzocchi al pianoforte, Pier Paolo Ranieri al basso, Luca Trolli alla batteria, Donato Sensini al sax contralto, Stefano Indio alla fisarmonica ed Alex Golini al violino – Ranieri riproporrà al pubblico i motivi più celebri di oltre 40 anni di strepitoso successo: «Rose rosse», «Erba di casa mia», «Vent’anni», «Voce è notte», «Perdere l’amore», «Se bruciasse la città» tra i più attesi brani in programma.

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Il nuovo album jazz. Alla fine dello scorso settembre Massimo Ranieri, dopo un periodo particolarmente difficile, è tornato alla produzione su vinile con l’uscita di «Malia», un album jazz “anema e core”, come adora definirlo l’artista. «Ha collaborato a questa produzione un imparagonabile musicista del calibro di Enrico Rava, al quale non posso che esprimere tutta la mia gratitudine». Ma qual è il risultato del Massimo Ranieri jazz-man? «Quello di un uomo che canta le canzoni che ha amato sentendole da ragazzino, ascoltandole dalla voce di Peppino Di Capri. In «Malia» mi accompagna a teatro una raffinata pianista qual è Rita Marcotulli, al sax Stefano Di Battista. Ma la sorpresa è che in questo album non ascolterete canzoni napoletane, bensì i grandi pezzi classici degli anni ’50 e ’60. A quell’epoca scimmiottavamo lo slang americano, e con umorismo tutto partenopeo abbiamo continuato a farlo. A teatro la ballad napoletana comunque non mancherà: ho riscoperto il fascino di “Doce doce” di Fred Bongusto, di struggenti serenate come “Luna caprese” o “Anema e core”, la canzone che mia madre cantava sempre».

Massimo Ranieri di “Sogno e son desto 3” è uomo che conquista il pubblico con tenacia, caparbietà e perfino sofferenza. Inseguendo i sogni con la suggestione della musica per poi raccontarli con semplicità ed un pizzico di vellutata ironia.

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